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Sanità, la Calabria sempre nelle ultime posizioni

(Tempo di lettura: 1 - 2 minuti)

I soli valori positivi sono quelli relativi agli indicatori riferiti all’ospedalizzazione evitabile per malattie croniche, all’indice di salute mentale, alla spesa pro-capite standardizzata

Occhiuto: c’è da riformare il sistema sanitario nazionale, bisogna agire con maggiore intensità nelle Regioni che hanno sistemi sanitari poco attrattivi

CATANZARO - Calabria sempre nelle ultime posizioni e su 18 indicatori segna valori positivi solo in 5: é il quadro che emerge alla prova delle Performance 2023 su appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria e innovazione tracciato dall’undicesima edizione del rapporto “Le Performance regionali” del Crea Sanità, il Centro per la ricerca economica applicata nella sanità. I soli valori positivi che registra la Calabria sono quelli relativi agli indicatori riferiti all’ospedalizzazione evitabile per malattie croniche, all’indice di salute mentale, alla spesa pro-capite standardizzata, all’implementazione della rete oncologica ed allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico.

E di sanità parla, ovviamente, il presidente della Regione nonché commissario ad acta della sanità, Roberto Occhiuto.

“Sul reclutamento di medici, di infermieri, di personale sanitario bisogna intervenire per le Regioni disagiate così come avviene, per esempio per i magistrati, i poliziotti, che hanno dei benefici di carriera ed economici quando vanno in aree dove è più complicato lavorare”. Lo ha detto il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, riferendo le sue proposte durante l’incontro che ha tenuto nei giorni scorsi fra il ministro della Salute Orazio Schillaci e i presidenti delle Regioni.

“Oggi abbiamo affrontato con il ministro – ha aggiunto il governatore calabrese – il tema generale della sanità italiana. Ho spiegato che queste difficoltà che si vivono in tutte le Regioni, in una Regione distrutta da tanti anni di commissariamenti sono ancora più gravi. Per cui se c’è da riformare il sistema sanitario nazionale, e sicuramente c’è da farlo, bisogna agire con maggiore intensità nelle Regioni che hanno sistemi sanitari poco attrattivi e hanno deficit maggiori”.

“Ho anche affermato che i ministeri vigilanti devono essere di aiuto per le Regioni commissariate, non lo sono stati sempre: io ho fatto arrivare i medici cubani per non chiudere i pronto soccorso, ma se avessi dovuto ascoltare le prescrizioni che mi faceva il ministero della Salute o quello dell’Economia, non avrei potuto farli arrivare”, ha concluso Occhiuto.

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